Quali sono le principali cause di infezione dell’exit-site dei cateteri venosi centrali?

Quali sono le principali cause di infezione dell’exit-site dei cateteri venosi centrali?

A cura di: Dott. Maurizio Alberto Gallieni, Professore Associato di Nefrologia presso l’Università degli Studi di Milano. Dal 2018 Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Nefrologia e Dialisi dell’ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano. Autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche, indicizzate sul database PubMed della National Library of Medicine. Membro di diverse Società Scientifiche anche con incarichi di coordinamento e Redattore per Riviste italiane ed estere di Nefrologia.

In un altro contributo del Prof. Gallieni abbiamo parlato degli accessi vascolari venosi e per quali malattie vengono effettuati.

I CVC sono punti delicati che necessitano di adeguate misure di pulizia e igiene nel loro mantenimento, per evitare infezioni che potrebbero compromettere la buona riuscita della cura. Di seguito, il Professore raccoglie le principali cause di infezione del punto di uscita (exit-site) del catetere venoso centrale (CVC): una corretta informazione è alla base delle buone pratiche e riduce il rischio delle infezioni del CVC.

Le infezioni dell’exit-site correlate al CVC rappresentano un importante problema clinico e possono avere diversa origine. Le batteriemie possono originare dalla via extra-luminale, ovvero entrare in circolo in seguito a un’infezione del punto di uscita dalla cute (exit-site) e/o del tragitto sottocutaneo del CVC, oppure possono originare da una contaminazione endo-luminale come, ad esempio, durante la manipolazione del CVC per l’infusione di farmaci o per eseguire il trattamento dialitico. È possibile, inoltre, che il CVC venga contaminato per via ematogena dopo che i batteri sono entrati in circolo da altra sede. In questo caso il CVC diventa una fonte di disseminazione dell’infezione perché un CVC contaminato può rendere difficile l’eradicazione dell’infezione stessa.

In questo contesto ci focalizziamo sulle infezioni extra-luminali del CVC, con due principali tipologie:

Come riconoscere le infezioni del CVC?

L’ Infezione dell’exit-site può formare degli eritemi, infiltrati, e/o del rammollimento entro 2 cm dall’emergenza cutanea del catetere con o senza coltura positiva. Questa tipologia di infezione si può associare ad altri segni e sintomi, come la febbre o la fuoriuscita di pus dall’emergenza cutanea, con o senza batteriemia.

L’Infezione del tunnel può causare: eritema, infiltrato e/o rammollimento oltre i 2 cm dall’emergenza cutanea del catetere, lungo il tratto sottocutaneo di un catetere tunnellizzato, con o senza concomitante batteriemia.

Le cause di questi tipi di infezione del CVC sono legate a una perdita di equilibrio tra le capacità di difesa dell’organismo alle patologie infettive e l’entità di aggressione da parte di batteri che riescono ad arrivare in contatto e a colonizzare l’exit-site. Solitamente queste infezioni sono più frequenti nei pazienti immunodepressi, anche se rispettano un buon livello di igiene, oppure nei pazienti immuno-competenti, se la carica batterica supera i limiti e quindi le capacità di difesa del sistema immunitario del singolo paziente.

I batteri che determinano l’infezione sono più frequentemente i batteri residenti nella cute, in particolare i batteri Gram positivi, come lo stafilococco Epidermidis e lo stafilococco Aureo. Sono tuttavia possibili anche infezioni da batteri Gram negativi e da altri microrganismi patogeni, come il Clostridiumdifficilis, i virus o la Candida Albicans.

Le mani degli operatori e del paziente rappresentano il veicolo principale dei microrganismi infettanti e per questo motivo le linee guida insistono molto sul lavaggio frequente delle mani, con tecnica adeguata, e sull’utilizzo dei gel antimicrobici per le mani a base alcolica. L’igiene delle mani deve essere praticata prima e dopo ogni episodio di contatto con il paziente portatore di CVC. Naturalmente oltre all’igiene delle mani sono di fondamentale importanza l’uso di barriere di protezione come guanti, maschere e teli sterili, sia al momento dell’inserimento, che nella gestione quotidiana del CVC.

Fondamentale infine l’esecuzione di medicazioni del CVC a regola d’arte, con tempi e materiali idonei al singolo paziente.

 

 

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